Commercializzazione delle medicine tradizionali

Una pervinca del Madagascar (C. roseus), pianta medica tradizionale malgascia utilizzata per la realizzazione di farmaci contro la leucemia

Il fenomeno della commercializzazione delle medicine tradizionali, ovvero dello sfruttamento commerciale di conoscenze mediche tradizionali dei popoli indigeni delle aree meno sviluppate del mondo, è uno fra i più controversi della storia recente dell'industria farmaceutica. Esso viene talvolta indicato con il termine dispregiativo biopirateria da chi si oppone a questa pratica: è la traduzione dall'inglese biopiracy, coniato nel 1993 da Pat Mooney del Rafi (Rural Advancement Foundation International).[1]
Una denominazione alternativa od eufemistica, in genere utilizzato dai sostenitori di questa pratica, è bioprospecting. Esso significa letteralmente (dall'inglese) esplorazione della biodiversità.

I critici della "biopirateria" attaccano soprattutto l'appropriazione tramite brevetto dei diritti legali su pratiche medicinali tradizionali, in particolare nel caso in cui i gruppi indigeni che hanno sviluppato le corrispondenti conoscenze non vengono coerentemente ricompensati.[2]

Un caso paradigmatico è quello della pervinca del Madagascar. La ricerca biomedica sulla pianta venne intrapresa sulla base del ruolo della pervinca nella medicina tradizionale malgascia, e portò alla scoperta di numerosi principi attivi, fra cui la vincristina, utilizzabile nella cura chemioterapica della leucemia. Un metodo per purificare la vincristina fu inizialmente brevettato ed immesso in commercio dalla casa farmaceutica Eli Lilly, ma non venne riconosciuto alcun diritto legale alle popolazioni che avevano originariamente individuato le proprietà benefiche della pianta.[3] Senza ombra di dubbio la biopirateria contribuisce alla iniquità tra i paesi in via di sviluppo, ricchi in biodiversità e le nazioni sviluppate ricche di industrie farmaceutiche, le quali utilizzano queste risorse.
Nel caso delle medicine tradizionali è evidente come il monopolio del commercio del farmaco indigeno, vada a solo vantaggio del mondo occidentale.
Bioprospecting è un termine più positivo, normalmente usato dai sostenitori della commercializzazione della medicina tradizionale.
Ovviamente Biopirateria e bioprospecting sono sinonimi. Mentre non c'è ancora una definizione chiara, i media e l'università usano questo termine meno peggiorativo quando discutono degli sforzi per capitalizzare la conoscenza indigena delle risorse naturali. Comunque si intenda, il termine bioprospecting può anche descrivere la ricerca di composti, prima sconosciuti, che non siano mai stati utilizzati nella medicina tradizionale.

  1. ^ ecologiapolitica.it - ecologiapolitica Resources and Information. This website is for sale! (PDF), su ecologiapolitica.it. URL consultato il 13 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2006).
  2. ^ An extended discussion of the definition of biopiracy: Graham Dutfield, What is Biopiracy? (PDF), in International Expert Workshop on Access to Genetic Resources and Benefit Sharing, 2004. URL consultato l'11 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2008).
  3. ^ Karasov, C., Who Reaps the Benefits of Biodiversity?, in Environmental Health Perspectives, vol. 109, n. 12, 2001, pp. A582-A587.

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